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Fantasmi

by L'Era del Vapore

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    Un viaggio che parte dalla fine dello stesso, un vaso fatto a pezzi da ricomporre, per arrivare a un nuovo inizio. Un viaggio in un mondo dove l’uomo si lascia sottomettere dalla materialità e dalla tecnologia, alienandosi dalla realtà che lo circonda. Egli si perde tra infinite interconnessioni, illudendosi di poter emulare la naturalezza del rapporto con gli altri attraverso un display; accorcia le distanze, ma un muro lo circonda: lo isola da tutto e lo rende invisibile, trasformandolo così in un fantasma.
    “Fantasmi” vuole portare l’uomo ad abbattere le pareti di cui è prigioniero, a mettere il naso fuori dalla porta, a riscoprire il vento che soffia sulla pelle, a ricercare l’unicità del diretto confronto reciproco.
    “Fantasmi” è un viaggio che parte dalla fine dello stesso, un vaso fatto a pezzi che viene ricomposto.
    Purchasable with gift card

     

1.
Nel Quieto 01:51
Se mi siedo nel quieto, Sento solo i rumori lontani. Tu che parti, ma non ti vedo; Tu che parli, ma non ti sento. Non ho voluto ascoltarti e son scappato. Non ho voluto vederti, ma poi ti ho sognato. E se la quiete resta statica, Magari va a finire che rimango qui. Se la quiete resta statica, Magari va a finire che rimango qui. I lavori in corso, nel tuo cuore; I prati invasi dal colore. Tutto sembra bello a immaginarlo, Sembra dolce solo a perderlo. Non ho cercato di capirti, Ma alla fine mi hai frainteso, Non ho dato senso al tempo E alla fine mi ha mangiato E se la quiete resta statica, Magari va a finire che rimango qui. Se la quiete resta statica, Magari va a finire che ricomincerò da qui.
2.
Ciò che rimane adesso È giusto un po’ di più Di quello che ci voleva, Di ciò che mi hai dato tu. Capirai che si può pensare Al di fuori di questa storia, Che è inutile scrivere d’amore, Se sai gli occhi di chi ti ama a memoria. Ciò che rimane adesso È una foto dove tu sai, In un rullino dell’usa e getta, Quelli sfocati siamo noi. Passavamo giorni grigi Con gli occhiali da Sole E se adesso fuori piove, Io ti porto a cercare il Sole, Io ti porto a cercar la neve. Ciò che rimane adesso, Gli Anni Novanta, una casa diversa. Era logico doversi perdere, Così bello poter ritrovarti. Per passare giorni grigi Con gli occhiali da Sole E se adesso fuori piove, Io ti porto a cercar la neve, Io ti porto a cercare il Sole. E mi sembra finalmente di toccare il pavimento; Il ricordo è ritornato tra le tegole e il cemento, Che mi dice finalmente chi son stato E capisco che è grazie a lui, che son rinato.
3.
È come camminare sui bracieri ardenti, Solo tu e il tuo cuore, il resto non lo senti. Così ti sto fissando e il resto non importa, Perché neanche tu te ne sei accorta di me. Sguardo fisso e assente, cerco distrazioni Ma gli occhi cadon sempre sui tuoi occhi neri. Sei così sicura, che mi fai impazzire; Sei così sicura, te lo vorrei dire così. E quando il sole calerà io ci sarò, Quando la notte finirà io resterò. Mentre tu non sai niente di me. Quanti errori e sofferenze, quante sfide ho perso. Che cos'è una lacrima in confronto all'universo? Ora son sicuro, non ho più paura; Ora son sicuro, tu sei la mia cura; Ora son sicuro: voglio solo te. E quando il sole calerà io ci sarò, Quando la notte finirà io resterò. Mentre tu non sai niente di me.
4.
Polaroid 03:25
Mentre il mondo scorre alla finestra come in treno, Mi sento morire dentro, Come d’autunno il tuo sorriso si spense, Luci in uno spettacolo. Andato a male come l’aria che respiro in casa Da quando mi hai lasciato, Da quando mi hai lasciato. Sono esasperata, Non so più che cosa fare, Me ne resto qui a guardare la mia immagine, Che si fissa nello specchio, non sa più che cosa dire, Non mi resta che fissare le mie lacrime, Che scorron le pareti delle guance Come fiori schiacciati dalla neve, Schiacciati dalla neve. Aiutami a capire perché questo mondo muore Ogni volta che ti guardo negli occhi, Perché guardando ancora le fotografie di ieri Io mi sento così lontana. Da quegli istanti magici che sanno di noi insieme, La paura vince su me e te. Ricordo certe volte che intasavi la mia casa di profumo, Il cellulare di messaggi e di rose i miei pensieri. Sfuggivan come missili ne deserto di città, La voglia di libertà, la voglia di libertà. Ti accorgi del tuo niente quando tutto ti consuma: Solitudine, silenzio, rabbia, paura, orgoglio, amore. Ti rendi di che cosa ti circonda il cuore Che batte come a mezzanotte. Lo scoccare del tuo tempo s’avvicina a volo d’angelo, Ma qualcosa cambierà, angelo mio, qualcosa cambierà. Aiutami a capire perché questo mondo muore Ogni volta che ti guardo negli occhi, Perché guardando ancora le fotografie di ieri Io mi sento così lontana. Da quegli istanti magici che sanno di noi insieme, La paura vince su me e te. Aiutami a capire perché questo mondo muore Ogni volta che ti guardo negli occhi, Perché guardando ancora le fotografie di ieri Io mi sento così lontana. Da quegli istanti magici che sanno di noi insieme, La paura vince su me e te.
5.
Fantasmi 03:42
Non è sbagliato provarci di nuovo Per quello che siamo, per ciò che speriamo. Ovunque, comunque, troveremo un modo Per andare avanti e non guardare indietro. Dammi la mano, ti insegnerò a volare Intorno ai grattacieli e sui deserti urbani; Incontreremo il fumo di ciminiere Alla conquista del mondo ai nostri piedi. Non ti lascerò cadere giù Nel grigiore sfocato dell'asfalto infestato Dai fantasmi per cui non ci son terapie, Dai fantasmi in balia delle tecnologie. Senza distrarci, per non rinunciarci, Abbandoneremo il resto alle spalle. Quello che è stato era difettoso, Non ci resta che vivere un giorno nuovo. Prendiamo il nostro tempo, mettiamocelo in tasca, Prendiamo i nostri sogni dai cassetti scassinati, Prendiamo la rincorsa dalle ferrovie in burrasca, Lanciandoci lontano da amanti ormai disoccupati. Prendi fiato e salta più in alto che puoi, Ti coprirò le spalle e sarò qui vicino. Non ti lascerò cadere giù Nel grigiore sfocato dell'asfalto infestato Dai fantasmi per cui non ci son terapie, Dai fantasmi in balia delle tecnologie. Non ti lascerò cadere giù Nel grigiore sfocato dell'asfalto infestato Dai fantasmi erranti delle periferie, Dai fantasmi in balia delle tecnologie. Prendiamo il nostro tempo e andiamo via da qua Prendiamo i nostri sogni e che diventino realtà.
6.
Immobile, cerco ciò che ho sognato, sperato. Difficile da sapere, che sarà di me, che sarà di me. Che sarà di me, cuore di plastica? Ogni battito è una spinta a fare un po’ di più. Dimeno la vergogna, s’agita. Come un bambino, sarà solo fantasia, sarà solo fantasia, sia. Dimmi che son vivo, Che mi piaccion le bugie, Che regno su una terra che non lacera. Dimmi che sopporto l’ennesima bugia O dimmi che son morto senza poesia. Poesia. Un film in bianco e nero che sapore ha? Per un attimo mi sento perso in questa immensità. Tutto rimarrà come ho sempre visto io. E se ritornare indietro, lo decido solo io. Dimmi che son vivo, Che mi piaccion le bugie, Che regno su una terra che non lacera. Dimmi che sopporto l’ennesima bugia O dimmi che son morto senza poesia. Dimmi che vivrò dopo tutta questa morte, Dimmi che tu sarai con me. Dimmi che uscirò dalla mia pazzia O dimmi che è soltanto un brutto giorno e via. E via.
7.
In Cerca 02:50
Guardando il mare, i gabbiani volare Incontro al sole al tramonto la sera, Mi sento bene, come potrei stare Se solo ci fossi anche tu qui con me? Noi che viviamo in castelli di vetro Che solo a toccarli posson crollare. Com'è possibile ancora amare Qualcosa che ti fa male? Se tra di noi è rimasto qualcosa, parlami. Se non sei in grado di dire parola, amami. Il sole che batte nei prati deserti E gli alberi intorno di pietra e distratti. Io perdo me stesso nel cielo più blu, Non vedo più niente, ci sei solo tu. Un timido salto nel vuoto in cerca. Gettarsi a occhi chiusi nel vuoto in cerca. I compromessi, razionalità ed essenza in cerca. Un timido salto nel vuoto in cerca. Gettarsi a occhi chiusi nel vuoto in cerca. Gettarsi a occhi chiusi nel vuoto in cerca.
8.
I tuoi occhi trapiantati nel cielo stamattina, Desideri chiusi in un garage. I tagli affogati nel sale da cucina, Quest’estate fredda che non va. Primavere arabe invadono la Luna, Ripenserò sempre a quello che Era stato bello, mai più come prima, Annegherò per sempre dentro un sé. Il tuo giorno si fa così caldo, Domani così vicino. E ci provi a metterti in salvo, A ritornar bambino. Ti accorgi di un dettaglio che rovina ciò che sei, Vedi uno spiraglio e ti dice tu chi sei. E nel buio, io cercavo te, Mentre tu fuggivi senza un perché. In un istante sono senza te, Vedo solo buio lontano e dentro di me. Le tue mani calde verso me, un brivido. Sfiori col pensiero i miei perché, un livido. Le sue mani fredde verso me, solitudine. Dissolverà per sempre ciò che c’è, libidine. Primavere arabe mi esplodono nel cuore, In questa terra di nessuno, in questo mondo senza amore. Primavere arabe rimbombano nel petto Di gente senza meta in questo arido deserto. Certo è, sei qui per me. E cerco una ragione, per non sentirti mia E provo a cancellare, a scappare via da qui.
9.
Niente 03:07
Se non ci fosse niente, Ora non starei a fissare Quella luce nel giardino, Che mi prende e mi porta via. Se non avessi niente, Starei in una scatola fradicia, Ascoltando le parole del vento. Proprio adesso io non so che cosa cerco. Voglio dare una risposta a ciò che penso. Proprio adesso io non so che cosa penso. Voglio dare una risposta a ciò che cerco. Io me ne frego Di chi dice che c’è posto anche per me In questa terra desolata Senza un’anima. Io me ne frego Di chi dice che l’amore fa felici per davvero; Io me ne frego, questo uomo è stato offeso. Proprio adesso io non so che cosa penso. Voglio dare una risposta a ciò che cerco, Per capire come ci si sente. Solo ora posso agir razionalmente. Solo ora posso agir razionalmente. Solo ora posso agir razionalmente. Solo ora posso agir razionalmente. Solo ora posso agir razionalmente.
10.
Presto o tardi un lieto fine Lascerà senza parole. Son le regole del gioco, Hai tutto e scusa se è poco. Fermo immagine improvviso, Con le mani sopra il viso. Penso a quello che è passato, Questo è quello che ho trovato: Un bambino senza paura, Un ragazzo che ne ha troppa, Tanta da dover reagire, Tanta da dover partire. Anche se sarebbe meglio non pensarci, Guardare avanti, come fanno i supereroi nei grandi film. Essere al centro dell’attenzione, ma stare in disparte, Camminare, camminare finché non si rompon le scarpe. Avere la forza di dire di no, anche solo per un po’. Sguardo fisso all’orizzonte, con il sole che ti spacca la fronte. Mi guardi impaurita, mi chiedi “Non siamo cambiati?” Da quella volta che ci siamo incontrati non siamo più tornati A raccogliere i resti, a cercare i dispersi, A trovare dei versi che sembravano persi. A pensare a questo, un velo di nostalgia si fa spazio in me. Ma non è malinconia, non è rimpianto, è nostalgia, Quel sentimento che ti viene quando stai per andar via. I giorni più belli comincian domani, Lontani da tutto, dai nostri pensieri. Le voci, i tuoi baci, le passeggiate coi cani. Per trovare un senso a ciò che capitava, Per dire che in fondo per noi c’è stata una strada. Verso casa o verso cosa, in fondo, noi non lo sappiamo. E per correttezza, coerenza o coraggio, noi camminiamo. E non si può dire più niente, perché in fondo la vita È una nave che solca le onde di un torrente, controcorrente. Perché in fondo la vita è trasparente.

credits

released December 21, 2016

Musica e testi a cura di Francesco Massimo de Casamassimi, Daniele Tolotti e Jacopo Branz.

Opera tutelata su patamu.com con numero registro 52927 e rilasciata con licenza "Tutti i diritti riservati".

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L'Era del Vapore Lonato Del Garda, Italy

"L'Era del Vapore" nasce durante l'estate del 2013 dalla collaborazione di tre giovani bresciani: Francesco Massimo de Casamassimi (voce, chitarra e pianoforte), Daniele Tolotti (basso) e Jacopo Branz (batteria).
A fine 2016, dopo oltre 3 anni di scrittura, esce "Fantasmi", il loro primo album.
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